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Il ”Romanian Ban” del „premier” Di Maio, il mostro dietro le statistiche

Oggi nuovamente tutti gli aeroporti d’Italia sono bloccati, Fiumicino, Malpensa, Caselle, Bergamo, anche Palermo e Catania, da decine di migliaia di romeni e amici italiani, per protestare contro il „Romanian Ban”, ordinato dal premier Luigi Di Maio, per il divieto d’ingresso dei cittadini di codesto Paese. «Il mio ordine esecutivo non è una messa al bando dei romeni.» E’ una misura per „tenere fuori dall’Italia i criminali”, ha spiegato il nuovo premier, ispirato da Trump. Così i passeggeri dei 500 voli settimanali tra Italia e Romania sono stati bloccati, gli italiani lasciati entrare (più di uno non ha voluto scendere, preferendo fare ritorno in Romania) e i romeni, potenziali criminali, bloccati per prelevare le impronte e i relativi interrogatori di garanzia, nelle apposite sale allestite in tutti gli aeroporti.

E’ fantascienza, invece tra qualche mese potrebbe diventare realtà, con il trionfo dei 5 Stelle alle politiche.


Luigi Di Maio ha fatto sue le dichiarazioni del Procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, sul fatto che „il 40% dei criminali romeni viene in Italia”. Perché lo fanno? In Romania la Giustizia funziona, invece in Italia no, afferma il Procuratore, con lui anche Di Maio, che sente il bisogno di esprimere la sua visione sulle relazioni dei due Paesi:
«L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE! Siccome in Italia la politica non ha mai voluto far funzionare la giustizia, anzi molto spesso l’ha sabotata volutamente, noi stiamo attraendo delinquenti, mentre le nostre imprese scappano dove i sistemi giudiziari sono più efficienti: come in Romania!», ha sentenziato Di Maio sulla sua pagina Facebook.

Partiamo dalle parole di Sebastiano Ardita: si ritrovano nel libro firmato insieme a Piercamilo Davigo, il presidente dell’ANM, „Giustizialisti”, in questo periodo in offerta con Il Fatto Quotidiano. Questa statistica, ossia il 40% dei criminali romeni presenti in Italia, risale al 2009, è parla dei mandati di cattura INTERNAZIONALI emessi dalle autorità romene, non di tutti gli arresti eseguiti in un anno.

La statistica è „vecchia”, lo disse l’infelice ministro in carica di allora della Giustizia romena, Catalin Predoiu, è obsoleta quindi, ma che importa, serve a dimostrare la tesi che la Giustizia italiana è a pezzi.
Ma quanti saranno questi criminali romeni, il 40%, che hanno invaso l’Italia, il paradiso dei delinquenti, a detta di Di Maio? La statistiche del 2015 del Ministero romeno del Interno parlano di 1.520 mandati di arresto europeo emessi dallo Stato romeno. Nel 2016, La Romania ha disposto la ricerca in campo internazionale di 1898 persone.

Per far contento Di Maio, arrotondiamo a 2000 la cifra. Il 40% sarebbero 800 persone. In un anno in Italia vengono registrati 2.687.249 reati (dati Istat del 2015), quindi questi 800 potrebbero essere arrivati nel Paese di Di Maio, ma non potrebbero commettere tutti questi reati, non ci sarebbe nemmeno il tempo fisico, neanche „lavorando” giorno e notte.
Poi c’è una frattura logica:quei soggetti sono già stati condannati o sono indagati per i reati commessi in Romania, essendo loro ricercati dalle autorità romene per essere tratti in arresto, e pertanto non saranno processati dalla mite giustizia italiana.

Sfatiamo poi il mito della Giustizia romena. „Se rubi una gallina ti danno 15 anni di carcere” è già legenda tra gli italiani. Se rubi due invece, già cominci a avere lo sconto. Se ne rubi 100, stai tranquillo. Romania è un Paese allo sfascio e la Giustizia certo non fa eccezione. E’ dura con i deboli e debole con i forti. E’ di questi giorni l’ultimo scandalo a Bucarest che vede i più alti magistrati in combutta con politici e servizi segreti, in un patto scellerato di controllare lo Stato.

Se funzionasse la Giustizia, la Romania non sarebbe una rovina come lo è adesso per la corruzione e le ruberie generalizzate nel sistema Paese. Qualcuno viene anche condannato, ma non perché la giustizia funzioni, ma perché i suoi compagni di merende lo scaricano. Una specie di Giustizialismo per dare in pasto al popolo qualche „corrotto famoso”, ma niente più. Se funzionasse la Giustizia, non ci sarebbero milioni di romeni emigrati all’estero, con 1,5 millioni soltanto in Italia.

Ardita, Davigo e con loro Di Maio hanno preso un abbaglio.

Luigi Di Maio inconsapevolmente ha svelato anche la sua visione sugli stranieri. Quando associ la parola criminali ad un gruppo, inevitabilmente generalizzi su tutto quel gruppo. Dei romeni criminali si e tanto parlato nella storia recente d’Italia, con il mostro romeno sparato in prima pagina, insistendo sulla sua nazionalità.

Di Maio, ad aspirante premier, mi fa paura. Non puoi guidare una nazione se non hai la misura delle proprie parole. Urtare la sensibilità di un intero popolo mostra una scarsa comprensione del’umanità, quello che fa di lui un mostro pericoloso.

Sorin Cehan

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